Confessione generale – Ia

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COME SONO LE MIE PREGHIERE?

Senza preghiera è impossibile giungere alla salvezza. Anche se facciamo una grande quantità di buone azioni, ma non preghiamo spesso e bene, non otterremo la salvezza. La preghiera apre gli occhi dell’anima, le ricorda la propria miseria e rafforza la sfiducia verso sé stessi e ordina di ricorrere a Dio. Un Cristiano devoto ripone tutta la speranza in Dio, su sé stesso non fa inutile affidamento. 

Dio non guarda se le preghiere sono lunghe e belle, ma vuole che scaturiscano dal profondo del cuore, affinché preghiamo con rispetto e desiderio di assomigliar Gli – perciò anche una persona comune e senza istruzione può pregare bene. Dio perdona anche ai più grandi peccatori, se lo implorano sinceramente, per questo lo spirito maligno sfrutta tutti i modi, affinché trascuriamo la preghiera. Se nella preghiera provo difficoltà e disgusto, ma nonostante questo non me ne allontano, questa mia preghiera è ancora più meritevole agli occhi del Signore Dio. Prega per tutti, anche per i nemici.

Affinché la preghiera sia gradita a Dio e utile all’anima, dobbiamo essere in stato di grazia, avere il desiderio di convertirci ed avere un’avversione al peccato. Il peccatore, che non vuole correggersi è un’offesa al Signore Dio. Inutili sono le vostre preghiere e offerte, se persistete nel peccato!

Non c’è guarigione fisica senza perdono e guarigione spirituale. Dio può esaudire la nostra preghiera, solo quando toglieremo tutti gli ostacoli.
Per questo dobbiamo rinunciare ad ogni peccato e a tutti, tutto, perdonare.

I peccatori non otterranno conversione senza preghiera. I dannati sono andati in perdizione, perché non pregavano o pregavano male.

  • Non prego, prego poco – per sicurezza, affinché me ne sia sbarazzato il prima possibile, conto che gli altri pregano per me, preghiere distratte e non finite – mi addormento con esse?
  • Salto la preghiera del mattino e della sera?
  • Non faccio alcuna devozione, Via Crucis, non prego novene, sono adulto ma prego solo preghiere elementari come un bambino, non prego per gli altri, non prego per le Anime del Purgatorio?
  • Prego con ripugnanza?
  • Prego di più, solo quando ho difficoltà, nella preghiera ringrazio poco Dio – però chiedo sempre qualcosa?
  • Metto in ridicolo le preghiere, e anche coloro che pregano, metto in dubbio le devozioni, distorco le parole?
  • Genitore – non insegno al bambino a pregare – lo giustifico con il fatto che è ancora piccolo, non sono un esempio per lui? Se il bambino è piccolino – devo pregare con lui, nel suo nome, sorvegliare affinché faccia le sue preghiere – pregare insieme, insegnare al bambino preghiere adatte alla sua età e non accontentarmi del fatto che il bambino conosce le preghierine dei bambini. Mio figlio adulto non padroneggia le preghiere cristiane (Rosario, Coroncina della Divina Misericordia) – perché non glie le ho insegnate, per indifferenza, mancanza di interesse?
COME VIVO LA SANTA MESSA?
  • La ascolto solamente in modo formale?
  • Sono distratto, disturbo, mi annoio, dormo, parlo, commento il sacerdote, i fedeli, la decorazione nella chiesa, l’omelia, mi irrito che la S. Messa dura troppo a lungo, non partecipo attivamente nello svolgimento della S. Messa (non prego, non rispondo al sacerdote), mormoro se non ho un posto libero per sedermi, non mi inginocchio davanti al Signore con entrambe le ginocchia, appena entro in chiesa già penso a come andare via il prima possibile?
  • Non partecipo a tutta la S. Messa, dall’inizio fino alla benedizione, sono in ritardo, non ringrazio Dio per la grazia della S. Messa – mi affretto ad uscire dalla chiesa il prima possibile?
  • Non vado alle S. Messe – per pigrizia, per convinzione, per indifferenza, mi scuso con il mio stato di salute, con i doveri? (Devo cucinare, devo studiare, aspetto una visita, ho un bambino piccolo…). Io stesso non vado alla S. Messa – dirò agli altri di andare anche al posto mio?
  • Genitore – non porto il bambino in chiesa – lo privo delle grazie (cerco scuse dicendo che è piccolo, disturba, non potrò concentrarmi durante la S. Messa, per pigrizia…), tollero il rifiuto del bambino di partecipare alla S. Messa – addirittura sostengo questo (scuse – deve studiare per l’esame, che decida lui stesso, se vuole andare) – dimentico la mia responsabilità per il bambino davanti a Dio? Se il figlio è già adulto e so che non va alle S. Messe ho il dovere di ammonirlo. Non sono di esempio per il figlio – mando il bambino in chiesa, ma io stesso non ci vado?
    • Non sono andato in abbigliamento indegno alla S. Messa, alla S. Comunione? (Pantaloni corti, gonna corta, scollatura…).
    • Frequento cerimonie protestanti (evangeliche, calviniste) – accetto e diffondo i loro errori, eresie, e persuado anche gli altri, bestemmio?
COME RICEVO I SACRAMENTI?
  • Con indifferenza? Per obbligo? Mi confesso 1-2 volte all’anno? (La Chiesa impone di confessarsi almeno una volta all’anno – non perché, questo sia sufficiente per l’anima, ma se così non agisse, quanti non sarebbero venuti alla S. Riconciliazione nemmeno una volta all’anno – non appartengo anche io ad essi?)
  • (N.d.t.Li) Ricevo con rispetto?
  • Sono in stato di grazia?
  • Non mi comunico sacrilegamente?
  • Derido e denigro i Sacramenti?
  • Metto in dubbio il Corpo di Cristo con gli errori e le eresie protestanti – ho disprezzato Gesù Eucaristico ed il Suo Sacrificio incruento nella celebrazione della S. Messa Cattolica e l’ho sostituita con le celebrazioni protestanti? (Evangeliche, calviniste).
  • Ho evitato di ricevere l’Eucaristia per negligenza, per scrupolo, per vergogna di fronte alla gente?
LA CONFESSIONE SACRILEGA

Per una buona Confessione non basta soltanto confessare i peccati davanti al sacerdote ed eseguire la penitenza ricevuta! Non ti ingannare che di Dio ci si possa sbarazzare con qualunque cosa e facilmente conquistare la grazia perduta. Tutto l’anno ti occupi delle cose del mondo, ti prendi cura delle proprietà, dei piaceri della vita, non lavori al tuo perfezionamento, al tuo ravvedimento – a Pasqua arrivi alla Confessione e confessi i tuoi peccati, come se raccontassi una qualche storiella. Dopo, senza pensare reciti meccanicamente un paio di preghiere e già ti sembra che hai pareggiato i conti con Dio. Subito dopo la Confessione ritorni allo stile di vita precedente (fornicazione, divertimenti, balli, “krčma” (n.d.t.locale specifico nel quale si bevono bevande alcoliche/superalcolici – occasione per eccedere nel bere), convivenza, adulterio, fili rossi (n.d.t.anche cornetto), oroscopi, ingiustizia che non hai riparato, furto che non hai espiato) – non è visibile nemmeno una traccia del ravvedimento! Ogni anno, dauna Confessione all’altra, fai lo stesso!

  • Ti confessi con indifferenza, freddezza, solo per abitudine, di routine – non ti guida l’amore verso Dio, il pentimento e la voglia di correggerti?
  • Ti confessi solo genericamente, molti peccati non li nomini? E’ possibile ingannare il sacerdote, fingere anche il pentimento e carpire da lui l’assoluzione, ma Dio non lo inganni. Dio, una tale assoluzione, non la conferma. Ricorda che le tue confessioni, finché le fai in questo modo, non sono per nulla valide, e forse sono addirittura sacrileghe! Ci sono persone che si confesserebbero solo nel letto di morte, se la Chiesa non comandasse loro di farlo ogni anno.
  • Non faccio un buon esame di coscienza? 
    • Esamina accuratamente le profondità del tuo cuore, non nascondere nulla davanti a te stesso – come nulla si nasconde nell’ultimo giudizio.
    • Quanto più raramente qualcheduno si confessa, tanto più tempo avrà bisogno per esaminare la propria coscienza.
  • Il desiderio di correggersi è soltantoincerto e recitato, il pentimento è simulato (questo testimonia anche il ritorno alla vita di peccato – di nuovo stai seduto nella “krčma” (n.d.t.locale specifico nel quale si bevono bevande alcoliche/superalcolici – occasione per eccedere nel bere), fornichi, prendi contraccettivi, ti diverti, vieni ancora qualche volta alla S. Messa e poi non più – solo per qualche festa).
  • L’insufficiente pentimentoquando nascondiamo il peccato, percepiamo un’inquietudine interiore, che ci divora come una tigre selvaggia, ma quando non abbiamo pentimento, nel nostro accecamento non prestiamo attenzione ad essa. Chi vuole essere sicuro, di aver avuto il giusto pentimento nella confessione, meglio lo vedrà, considerando se ha cambiato la sua vita sinora.
  • Occulto i peccati di fronte al sacerdote per paura, di non ottenere l’assoluzione, per vergogna. Qualcuno potrebbe dire: “Probabilmente nessuno osa nascondere i propri peccati ed esporsi così ai più frequenti rimorsi di coscienza. Fratelli miei! Se dovessi confessarlo sotto giuramento, non esiterei a dire, che ci sono, qui, adesso, in mezzo a voi in chiesa, 5 persone su 6 di questi peccatori. Vi convincerete di questo all’ultimo giudizio e vi ricorderete, di ciò che oggi vi ho detto” (S. Giovanni Maria Vianney). 
  • Se tu dicessi che, ti confessi di un peccato, che nella precedente confessione hai dimenticato – ma in realtà, questo peccato non lo hai detto per pigrizia oppure per vergogna – commetti un sacrilegio. Non menzionare o diminuire il numero dei peccati mortali è un sacrilegio (se ho sulla coscienza 3 di questi peccati e ne confesso solo 2, offendo gravemente Dio). Se non ne ricordo il numero, lo confesso approssimativamente. Se il confessore non ti avesse interrogato su un certo peccato, non avresti avuto l’intenzione di confessarlo. Così accade che, quel peccato lo ammetti, ma non dici che avevi l’intenzione di nasconderlo.
  • Si confessa male anche,chi non vuole porre rimedioall’ingiustizia commessa,anche se avesse potuto farlo. Infelici sono anche le confessioni di ragazze, donne, giovani uomini e uomini che intrattengono relazioni illecite e si rifiutano di rinunciarvi. La maggior parte di queste persone non si sente nemmeno in colpa e nella confessione nasconde i suoi peccati. Chi nasconde i peccati, non vuole ingannare il sacerdote, ma vuole ingannare Dio stesso, nonostante che questo sia impossibile!
  • Un attacco di collera lo definisco come impazienza, discorsi immorali, che fanno scandalizzare gli altri – solo come discorsi più liberi, richieste e azioni abominevoli solo come confidenze un po’ meno decenti, grandi torti come piccole ingiustizie, avarizia esagerata – solo come un poco più di attaccamento ai beni terreni… e da lì nasce tutta una serie di sacrilegi.
  • Nascondo le circostanze del peccato? 
    • Ho fatto maldicenza, ma non ammetto che questo origina dal mio orgoglio e invidia, odio e risentimento. Allo stesso modo, non accennerò a quale grande danno ho causato al buon nome del mio prossimo, se non ho detto bugie.
    • Non menzionerò di quale persona si trattava – se ho pettegolato un sacerdote, un’altra persona consacrata a Dio, un membro della famiglia…
    • Dirai che, manifestavi atteggiamenti contro la fede e la morale, tacerai che hai voluto far vacillare la fede di un giovane, affinché per esempio, più facilmente cedesse alla tua lussuria.
    • La ragazza dirà che si metteva in mostra perché piacesse agli altri, ma non aggiungerà che intendeva suscitare negli altri cattivi pensieri, impurità, desideri…
    • Il padre dirà di essersi ubriacato, ma non accenna a quale scandalo ha causato, con questo, a tutta la famiglia.
    • Cerchi il modo di presentarti al confessore nella luce migliore? (Con il tono della voce, abbassando la voce di fronte a certi peccati, in modo che il confessore li oda a malapena, prima confessi i peccati più lievi e quando, come se con questi, avessi addormentato l’attenzione del confessore, nel modo più silenzioso e rapido possibile, rovesci i peccati gravi).
    • Avvolgo la mia vita immorale nel manto della virtù?
  • Mi giustifico,di essere stato portato dagli altri al peccato impuro, provocato ad ira dal vicino di casa, ho saltato la S. Messa a causa della visita, in Quaresima ho mangiato carne una volta soltanto (un altro mi ha indotto), mi esprimo male del prossimo – però loro, con il loro comportamento, mi danno occasione di farlo, con i miei figli non prego mattino e sera, perché non ho tempo… il marito accusa la moglie, la moglie il marito, il fratello la sorella, la sorella il fratello, il servo il suo padrone, il padrone i servi… Alla confessione si condannano da sé stessi, affermando “mia colpa” e dopo due minuti si difendono e scaricano la colpa sull’altro.
    Sono sordo ai rimorsi della coscienza? E’ come se fossi muto quando devo confessare i miei peccati?